Herzog Blaubarts Burg / La Voix Humaine
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Herzog Blaubarts Burg (Il castello di Barbablù)
Trama
La trama è assai liberamente ispirata alla fiaba popolare "Barbablù", ma viene effettuata una radicale rielaborazione psicologica, alcuni direbbero psicoanalitica o psicosessuale (vedi Bruno Bettelheim ne Il mondo incantato).
Luogo: Un'enorme sala buia in un castello, con sette porte chiuse.
Barbablù arriva con Judit al suo castello, che è immerso nell'oscurità. Barbablù chiede a Judit se vuole rimanere e le offre anche la possibilità di andarsene, ma lei decide di rimanere. La donna insiste nel volere che tutte le porte siano aperte, per permettere alla luce di entrare e asciugare i muri umidi e freddi; insistendo, inoltre, che le sue richieste si basano sul suo amore per Barbablù. Il duca si rifiuta, dicendole che sono luoghi segreti e non devono essere esplorati da altri; chiede a Judit di amarlo senza fare domande. Judit insiste e alla fine prevale sul suo rifiuto.
La prima porta si apre per rivelare la camera della tortura, macchiata di sangue. Dapprima sconcertata, poi incuriosita, Judit continua. Dietro la seconda porta c'è un'armeria, e dietro la terza un tesoro di ori e gioielli. Ogni volta che una porta viene aperta, si sentono misteriosi sospiri di dolore provenire dall'interno. Barbablù spinge Judit avanti. Dietro la quarta porta c'è un giardino segreto con magnifici fiori; dietro la quinta, si apre una finestra sul vasto regno di Barbablù. Tutto è ora illuminato dal sole, ma il sangue ha macchiato la camera della tortura, l'armeria e anche i tesori, ha bagnato il giardino e le nuvole cupe gettano ombre rosso sangue sopra il regno del Duca.
Barbablù supplica la sposa di fermarsi: il castello ora splende come più non si può ottenere, e non sarà possibile renderlo più luminoso di così. Judit però rifiuta di fermarsi dopo essersi spinta fin lì e, insistendo, ottiene di aprire la sesta porta. Intanto un'ombra scura passa sopra il castello. Questa è la prima camera che non è macchiata di sangue: un lago d'acqua argentea e silenziosa è tutto ciò che si trova all'interno, "Sono lacrime, Judit, lacrime" ripete Barbablù. Lei deve semplicemente di amarlo e non fare altre domande. L'ultima porta deve rimanere chiusa per sempre. Ma la donna insiste ancora, chiedendogli notizia delle sue ex mogli e poi accusandolo di averle uccise, arrivando a supporre che appartenga proprio a loro il sangue trovato dappertutto, e che le loro lacrime siano quelle che hanno formato il lago, e che i loro corpi giacciano dietro l'ultima porta. Di fronte a queste accuse Barbablù le consegna la settima chiave.
A quel punto entrano in scena le tre ex mogli di Barbablù, silenziose ma ancora vive, splendidamente vestite e adornate di corone e gioielli. Barbablù, sopraffatto dall'emozione dei ricordi, si prostra davanti a loro e le esalta una per una (come le sue mogli dell'alba, del mezzogiorno e del tramonto). Infine, rivolgendosi a Judit, le dice che lei è la più bella di tutte: incontrata di notte, ora alla notte dovrà appartenere per sempre. Lei, affranta, lo prega di desistere dal proposito di lasciarla, ma è troppo tardi. Barbablù l'adorna di gioielli meravigliosi e di un manto stellato, che le pesano addosso come una cappa di piombo. Mentre reclina la testa sotto quel peso, è costretta a seguire le altre mogli, che escono lungo un fascio di luce lunare attraverso la settima porta. Questa si chiude alle sue spalle, e Barbablù rimane solo, mentre tutto svanisce nel buio totale e le tenebre tornano ad invadere il castello.
La Voix Humaine (La voce umana)
Trama
L'opera si ambienta a Parigi in una squallida camera da letto, sul cui pavimento giace esanime la protagonista della quale non viene mai fatto il nome e sarà indicata come una generica "Lei" (Elle). La donna viene svegliata dallo squillo del suo telefono: dopo due chiamate di persone che hanno sbagliato numero, viene contattata dal suo amante, e i due avranno una lunga e dolorosa conversazione a proposito della loro relazione terminata da poco; la telefonata sarà spesso interrotta a causa della cattiva ricezione e da alcune interferenze; inoltre lo spettatore sentirà solo ciò che dice la donna, intuendo le battute dell'amante dai suoi silenzi e dalle risposte che Lei gli dà.
L'inizio del dialogo è ai limiti della banalità: tra frasette sdolcinate e luoghi comuni romantici, Lei racconta all'uomo di essere appena tornata da una cena con la sua amica Martha, e di aver poi preso un sonnifero a causa di un'emicrania. Presto però i toni si fanno più tesi: l'uomo le chiede indietro alcuni effetti personali che ha lasciato a casa sua e Lei promette che glieli restituirà; parlando della fine della loro storia, Lei se ne assume tutta la colpa, poi prende a rievocare tristemente i loro momenti felici, tra i quali la gita a Versailles durante la quale si sono conosciuti, ma a questo punto cade la linea.
Lei tenta di ricontattare il suo ex telefonando a casa sua, ma scopre che lui non si trova lì: è lui che la richiama subito dopo, spiegandole di essere in un ristorante. A quel punto Lei, già molto provata, gli rivela di aver mentito circa ciò che ha fatto poco prima: non è uscita con Martha, ma si era preparata per venire sotto casa sua e attenderlo per parlargli; non trovando il coraggio di farlo, aveva preso dodici pastiglie di tranquillanti con l'intenzione di suicidarsi, ma si era poi salvata grazie all'intervento di Martha e di un suo amico medico. L'amante di Lei reagisce con freddezza a questa notizia e sposta subito il discorso su un altro argomento, il proprio cane, rimasto a casa di Lei. Poco dopo la telefonata si interrompe di nuovo, stavolta a causa dell'interferenza della donna che aveva sbagliato numero all'inizio del dramma, ma che ora si rivela inquietantemente interessata a spiare il discorso tra i due ex-amanti.
L'uomo la richiama, ma a questo punto Lei è quasi completamente fuori di sé: dai rumori di fondo ha compreso che lui non si trovi, come ha detto, in un ristorante, ma probabilmente a casa di una sua nuova partner. L'uomo inizia a incalzarla perché riagganci; Lei, ormai conscia che quella telefonata sia l'unico filo che la tiene unita al suo amante, decide di troncare con un solo gesto la chiamata, la relazione e, probabilmente, anche la propria vita: si stringe il filo del telefono al collo. Come ultima richiesta al suo antico amore, poiché questi ha in precedenza detto di dover andare a Marsiglia nei giorni seguenti, Lei lo implora di non alloggiare nello stesso albergo dove hanno dormito insieme tempo prima, ormai consapevole che vi si recherà con la sua nuova donna. Dopodiché è lei a chiedergli insistentemente di chiudere la telefonata, e al suo saluto non può che rispondere balbettando "Ti amo", mentre scivola nel proprio letto e lascia cadere il ricevitore, probabilmente strangolata dal filo del telefono.
Programma e cast
In coproduzione con il Maggio Musicale Fiorentino
Orchestra del Festival del Tirolo Erl
Direzione musicale: Martin Rajna
Regia: Claus Guth
Scenografia: Monika Pormale
Costumi: Anna Sofia Tuma
Illuminazione: Michael Bauer
Drammaturgia: Yvonne Gebauer
Duca Barbablù: Florian Boesch
Giuditta: Christel Loetzsch
La Femme: Vera Lotte Boecker
Festspielhaus Erl
Festspielhaus
Il nuovo teatro del festival dispone di 862 posti – 732 in tribuna fissa e 130 posti mobili nella zona del golfo mistico (con i suoi 160 m² il più grande del mondo) - per una superficie calpestabile totale di 7.000 m². Il Festspielhaus è stato progettato dalla studio Delugan Meissl Associated Architects di Vienna e costruito dall’impresa generale di costruzioni STRABAG (responsabile del progetto: Ing. Georg Höger).
Le forme architettoniche del teatro rispettano in tutto e per tutto quelle del Passionsspielhaus e l’estetica paesistica e naturale dei dintorni: d’estate, quando il bianco edificio del Passionsspielhaus è teatro delle rappresentazioni sacre della Passione o sede del Festival del Tirolo Erl, la scura facciata del nuovo edificio andrà ad armonizzarsi perfettamente con lo sfondo delle brune foreste tirolesi, in modo da mettere ancor più in evidenza il Passionsspielhaus. D’inverno succede il contrario: mentre i contorni del Passionsspielhaus sfumano sullo sfondo bianco circostante, i colori scuri del nuovo Festspielhaus spiccheranno sul paesaggio innevato del Tirolo.
Il Festspielhaus dispone anche di quelle infrastrutture a lungo assenti nel Passionsspielhaus: grazie ad un foyer, ai guardaroba, ad una scenotecnica moderna, a numerose sale di prova ed estesi locali per ufficio il Festspielhaus garantirà al Festival del Tirolo Erl la cornice ideale per un futuro coronato dal successo.
Passionsspielhaus
Il Passionsspielhaus di Erl fu costruito tra il 1957 ed il 1959 su progetto dell'architetto Robert Schnuller ed è considerato a tutt'oggi un capolavoro dell'acustica e dell'architettura.
Lastruttura si inserisce armoniosamente nell'estetica paesistica e naturale dei dintorni allungando con la sua forma a chiocciola i rilievi circostanti ed integrandoli perfettamente nella pianura. La sua forma straordinaria ed avveniristica ha trasformato l'edificio nel simbolo di Erl. Il Passionsspielhaus è il più grande teatro a platea centrale d'Austria e può ospitare fino a 1500 spettatori. Il palcoscenico a gradini di 25 metri di larghezza rappresenta la cornice ideale per i 500 artisti ed i musicisti dell'Orchestra del Festival del Tirolo Erl che vi si esibisce durante le rappresentazioni liriche, non disponendo il Passionsspielhaus di golfo mistico.
Dal 1997 gli spettatori possono ricrearsi nel nuovo angolo buffet. Nel 2003 fu aperta al pubblico la sala artistica - una sala eventi che può ospitare fino a 150 persone. Tra l'ottobre 2006 e l'aprile 2007 sono stati risanati gli impianti idrosanitarî, è stato costruito un golfo mistico provvisto di piattaforma mobile idraulica ed una sottostruttura per il palcoscenico, l'auditorium è stato completamente ripavimentato e dotato di un sistema audio individuale "in cuffia" in lingua inglese, è stata migliorata l'acustica, rimodernati l'impianto di illuminazione a soffitto, la sistemazione esterna, il locale interrato, il chiosco, l'impianto elettrico e di ventilazione nonché risanati i guardaroba ed il vano scale.
COME ARRIVARE AD ERL
IN MACCHINA
Da nord (Germania, Paesi Bassi)
Autostrada A8 Monaco-Salisburgo, imboccare l'autostrada A93 direzione Kufstein, uscite autostradali Nussdorf/Brannenburg od Oberaudorf/Niederndorf
Da est (Salisburgo, Ausria orientale)
Autostrada A1 direzione Salisburgo, procedere sull'autostrada A8 direzione Monaco di Baviera, imboccare quindi l'autostrada A93 direzione Kufstein, uscite autostradali Nussdorf/Brannenburg od Oberaudorf/Niederdorf
Da sud (Italia)
A22 direzione Brennero, A13 direzione Innsbruck, A12 direzione Kufstein, uscite autostradali Kufstein Nord od Oberaudorf/Niederndorf
Da ovest (Austria occidentale, Svizzera)
A12 direzione Kufstein, uscite autostradali Kufstein Nord od Oberaudorf/Niederndorf
Informazioni sull’obbligo di utilizzo del bollino autostradale in Austria.
Distanze
Monaco di Baviera – Erl 95 km
Salzburg – Erl 95 km
Innsbruck – Erl 85 km
IN TRENO
A Kufstein si fermano tutti i treni regionali e a lunga percorrenza. È possibile usufruire del servizio navetta con un preavviso telefonico di almeno 3 giorni: Tourismusverband Ferienland Kufstein
VOLI
Aereoporti
Innsbruck (90 km)
Salisburgo (90 km)
Monaco di Baviera (110 km)