La Traviata

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La Traviata
Giuseppe Verdi

 

In un mare di champagne, danza ed eleganza, Violetta Valéry si abbandona alla vita vibrante della società parigina. Ma dietro la scintillante facciata c’è una donna il cui cuore desidera qualcosa di più del glamour e del piacere. Quando il giovane Alfredo Germont entra nel suo mondo, una vita diversa sembra a portata di mano – una vita costruita sull’amore e la sincerità. Ma in una società in cui denaro e reputazione dominano, c’è poco spazio per i veri sentimenti.

Con La Traviata, Giuseppe Verdi ha creato un’opera di struggente bellezza – con arie commoventi, scene corali coinvolgenti e un suono orchestrale che rende palpabile in ogni nota il desiderio e il dramma di questa tragica storia d’amore. La direzione musicale sarà affidata a Kirill Karabits e Pietro Rizzo, entrambi al debutto al Bregenz Festival. Il regista italiano Damiano Michieletto ambienta la produzione nel mondo glamour dei ruggenti anni Venti. Sullo sfondo di jazz club scintillanti e serate decadenti, Violetta – divisa tra il desiderio di vita e la fragilità – dovrà prendere una decisione che segnerà il suo destino per sempre.

 

Trama

Atto I

(Scena I, Scena II, Scena III, Scena IV)

Dopo un profondo e toccante Preludio, il sipario si apre mostrando un elegante salone della casa parigina di Violetta Valery, dove lei, donna di mondo, attende gli invitati. Violetta saluta tra gli altri Flora Bervoix e il visconte Gastone de Letorières, che le presenta Alfredo Germont, spiegandole che è un suo grande ammiratore e che durante la sua recente malattia si era recato spesso nella sua casa per ricevere notizie. Dopo aver chiesto spiegazioni per il comportamento ammirevole di Alfredo, Violetta rimprovera il suo protettore, il Barone Douphol, di non aver avuto la stessa curiosità del giovane innamorato; il Barone, irritato, mostra il suo disappunto a Flora. Poco dopo, Gastone propone un brindisi al Barone che rifiuta; Alfredo ritroso accetta invitato da Violetta cui si uniscono gli altri invitati, che cantano alla vita e alla bellezza che fugge e al vino che riscalda l'amore (Libiamo ne' lieti calici).

 

Atto II

(Scena I, Scena II, Scena III, Scena IV, Scena V, Scena VI, Scena VII, Scena VIII, Scena IX, Scena X, Scena XI, Scena XII, Scena XIII, Scena XIV, Scena XV)

Quadro I

Alfredo e Violetta convivono ormai da tre mesi nella casa di campagna presa in affitto dal Barone per lei; il giovane è contento della sua vita con l'amata (De' miei bollenti spiriti), quando sopraggiunge Annina, la domestica di lei. Interrogata da Alfredo, ella ammette di essere stata a Parigi per vendere tutti i beni della sua padrona coi quali poter pagare le spese di mantenimento della casa, per una somma di 1.000 lire; Alfredo promette di andare lui stesso a sistemare gli affari e raccomanda ad Annina di non far parola del loro dialogo con Violetta. Rimasto solo, Alfredo si incolpa per la situazione finanziaria (Oh mio rimorso! Oh infamia!)

Violetta entra in scena ed il suo cameriere, Giuseppe, le porge una lettera di invito per quella sera ad una festa presso il palazzo di Flora Bervoix. Subito dopo Giuseppe annuncia la visita di un signore, che Violetta crede sia il suo avvocato e fa entrare. È invece Giorgio Germont, il padre di Alfredo, che l'accusa duramente di voler spogliare Alfredo delle sue ricchezze. Violetta allora gli mostra i documenti che provano la vendita di ogni suo avere per mantenere l'amante presso di lei: il vecchio signore capisce la situazione, ma pur convinto dell'amore che lega Violetta al figlio, le chiede un sacrificio per salvare il futuro dei suoi due figli. Germont spiega che ha anche una figlia e che Alfredo, se non torna subito a casa, rischia di mettere in pericolo il matrimonio della sorella (Pura siccome un angelo). Violetta così propone di allontanarsi per un certo periodo da Alfredo; ma non basta e il vecchio Germont le chiede di abbandonarlo per sempre, il che Violetta non può accettare, non avendo parenti o amici ed essendo affetta dalla tisi. Germont le fa allora notare che quando il tempo avrà cancellato la sua avvenenza (Un dì quando le veneri), Alfredo si stancherà di lei, che non potrà trarre nessun conforto, non essendo la loro unione benedetta dal cielo. Stremata, Violetta accetta di lasciare Alfredo.

Rimasta sola, Violetta scrive dapprima al barone Douphol, poi ad Alfredo per annunciargli la sua decisione di lasciarlo; non appena terminata la lettera, Alfredo entra agitato perché ha saputo della presenza del padre. Propone a Violetta di andare a conoscerlo ma lei, dopo essersi fatta giurare l'amore di Alfredo (Amami Alfredo), fugge. Alfredo si insospettisce della fuga di Violetta, e riceve la lettera (dal cocchio in partenza) che lei poco prima stava scrivendo. "Alfredo, al giungervi di questo foglio..." è quanto legge e quanto basta per fargli capire che Violetta lo ha lasciato. Quando vede l'invito di Flora sul tavolo, capisce che Violetta è alla festa, e, infuriato, decide di recarvisi anche lui, nonostante le suppliche del padre (Di Provenza il mar, il suol).

Quadro II

Alla festa a casa di Flora Bervoix si vocifera della separazione di Violetta e Alfredo. Durante i festeggiamenti per il carnevale, Alfredo arriva per cercare Violetta, che arriva accompagnata dal barone. Alfredo, giocando, insulta in modo indiretto Violetta, scatenando l'ira del barone, che lo sfida ad una partita di carte. Il barone perde ed Alfredo incassa una grande somma. Violetta chiede un colloquio con Alfredo, durante il quale lo supplica di andare via e, mentendogli, dice di essere innamorata del Barone. Alfredo, sdegnato, chiama tutti gli invitati (Or testimon vi chiamo che qui pagata io l'ho), e getta una borsa di denaro ai piedi di Violetta, che sviene in braccio a Flora. Tutti inveiscono contro Alfredo, e arriva il padre che lo rimprovera del fatto. Il barone decide di sfidare a duello Alfredo. Alfredo ha rimorso per il gesto di pubblico disprezzo fatto a spese di Violetta, che a sua volta si dichiara convinta che un giorno lui comprenderà le ragioni della separazione e rinnova la promessa di amore eterno.

 

Atto III

(Scena I, Scena II, Scena III, Scena IV, Scena V, Scena VI, Scena ultima)

«Ah della traviata sorridi al desìo

a lei deh perdona, tu accoglila, o Dio»

(Violetta, atto III scena IV)

La scena si svolge nella camera da letto di Violetta. La tisi si fa più acuta e ormai il dottor Grenvil rivela ad Annina che Violetta è in fin di vita (La tisi non le accorda che poche ore). Violetta, sola nella sua stanza, rilegge una lettera che custodiva vicino al petto, nella quale Giorgio Germont la informava di aver rivelato la verità ad Alfredo e che il suo amato, fuggito dopo aver ferito Douphol a duello[5], sta tornando da lei. Verdi accompagna il parlato della protagonista con un violino solista che accenna il canto d'amore di Alfredo del primo atto Di quell'amor ch'è palpito. Violetta sa che è troppo tardi ed esprime la sua disillusione nella romanza Addio, del passato bei sogni ridenti.

Per contrasto, all'esterno impazza il carnevale. Annina porta una buona notizia: è arrivato Alfredo, che entra, abbraccia Violetta e le promette di portarla con sé lontano da Parigi (Parigi, o cara). Giunge anche Giorgio Germont, che finalmente manifesta il suo rimorso. Violetta chiama a sé Alfredo e gli lascia un medaglione con la sua immagine, ella gli dice di sposarsi con una giovane che lo ami, ma mai di dimenticarla. Per un momento Violetta sembra riacquistare le forze, si alza dal letto, ma subito cade morta sul canapè.

 

Programma e cast

Cast

Direttore d’orchestra
Kirill Karabits, Pietro Rizzo

Regia
Damiano Michieletto

Scenografia
Paolo Fantin

Costumi
Carla Teti

Light Design
Alessandro Carletti

Video
Roland Horvath

Coreografia
Thomas Wilhelm

Suono
Alwin Bösch, Clemens Wannemacher

Violetta Valéry
Stacey Alleaume, Julia Muzychenko, Marjukka Tepponen

Flora Bervoix
Rinat Shaham, Angela Simkin

Annina
Claire Barnett-Jones, Melissa Zgouridi

Alfredo Germont
Julien Behr, Long Long, Jose Simerilla Romero

Giorgio Germont
Audun Iversen, Kostas Smoriginas, Vladimir Stoyanov

Gastone
Andrew Kim, Taylan Reinhard

Barone Douphol
Kevin Greenlaw, Michael C. Havlicek

Marchese d’Obigny
Janne Sihvo, Pete Thanapat

Dottor Grenvil
Ivo Stanchev, Stanislav Vorobyov

Giuseppe
Aaron Godfrey-Mayes, Raphaël Jardin

Comparse del Bregenzer Festspiele
Coro del Bregenzer Festspiele
Coro Filarmonico di Praga
Wiener Symphoniker

Bregenzer Festspiele - Seebühne

Come arrivare 


Arrivo con i mezzi pubblici 

Al fine di evitare la congestione sulle strade e possibili ritardi, si consiglia di partire per Bregenz in tempo utile e, se possibile, mezzi di trasporto pubblico. Un biglietto d'ingresso ad un evento Festival di Bregenz dà diritto a viaggiare gratuitamente in autobus e treno nel Vorarlberg Public Transport Network il giorno della manifestazione. Per il viaggio di ritorno dopo una performance sul Seebühne, vi è un ulteriore servizio treno a Bludenz e Lindau, in Germania, così come i servizi di autobus aggiuntivi a Lustenau, nella Foresta di Bregenz, Hörbranz / Hohenweiler e Rheineck in Svizzera. (Si applicano restrizioni se la prestazione viene trasferito al Festspielhaus a causa del maltempo.) Servizi di autobus municipali extra all'interno di Bregenz sono posati su. Il terminal degli autobus e la stazione ferroviaria sono a soli cinque minuti a piedi dal Festspielhaus. Basta seguire le indicazioni! 

 

Arrivo in auto 

I visitatori che arrivano in auto troveranno un sacco di parcheggi pubblici (a pagamento) a Bregenz. Si prega di seguire il sistema di routing - 'Parkleitsystem' - che guida i conducenti ai parcheggi dove ci sono spazi liberi. Visualizza le informazioni sono pubblicate sul strade di accesso alla città. Vicino alla Festspielhaus troverete un gran numero di posti auto misurati. Le Festspielhaus e la Seebühne sono max. 15 minuti a piedi di distanza. 

Se si proviene dalla Svizzera, si consiglia il seguente itinerario, data la situazione del traffico attuale: lasciare l'autostrada all'uscita di Au per il valico di frontiera di Au / Lustenau; poi proseguire in direzione di Dornbirn, raggiungere l'autostrada a Dornbirn Süd, e uscire a Bregenz City Tunnel (NB: è necessario un bollino autostradale quando si viaggia sulle autostrade austriache). 

 

Arrivo in aereo 

InterSky, il vettore ufficiale del Festival di Bregenz, offre collegamenti diretti da Berlino, Amburgo, Düsseldorf und a Friedrichshafen.

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